Adamello Ultra Trail: al via anche l’ex sciatore statunitense Douglas Lewis
Vezza d'Oglio (Brescia) - Dallo Utah a Vezza d’Oglio: un olimpionico di sci alpino parteciperà all'Adamello Ultra Trail.
L’ex sciatore statunitense Douglas Lewis sarà al via della decima edizione dell'Adamello Ultra Trail, in programma dal 20 al 22 settembre, nel comprensorio Pontedilegno-Tonale. Medaglia di bronzo nella discesa libera ai Mondiali di Bormio 1985, ha partecipato anche a due Olimpiadi invernali: “Cercavo una gara tanto bella quanto dura: i 170 km di Adamello Ultra Trail mi hanno convinto e non vedo l’ora di scoprire i sentieri della Prima Guerra Mondiale”
L’appuntamento del prossimo 20-22 settembre sarà per Adamello Ultra Trail la decima edizione: un traguardo significativo che arriva dopo un percorso iniziato con pochi intimi e arrivato negli anni a oltre 700 atleti da quindici Paesi. Percorso che anche nel 2024 porterà sulle montagne (foto credit Adamello Ultra Trail) del comprensorio Pontedilegno-Tonale tante storie di vita e di sport.
È questo il caso dell’ex sciatore statunitense Douglas Grey Lewis. Classe 1964 e originario dello stato del Vermont, nel Nord-Est degli Stati Uniti, Lewis ha scritto pagine importanti nella storia dello sport americano: il suo bronzo nella discesa libera a Bormio 1985, alle spalle degli svizzeri Pirmin Zurbriggen e Peter Müller, ha rappresentato infatti la prima medaglia USA di sempre nello sci alpino. Vincitore di due titoli nazionali consecutivi di discesa libera nel 1986 e 1987, è stato anche membro delle spedizioni olimpiche invernali di Sarajevo 1984 e Calgary 1988, anno in cui ha chiuso la carriera da sciatore.
Dopo il ritiro ha collaborato come commentatore sportivo per il network americano NBC e ha fondato un’azienda di coaching per aiutare i giovani atleti a raggiungere il massimo potenziale tramite allenamenti dedicati a livello fisico, nutrizionale, tecnico e mentale. Tra gli allievi di maggiore successo di questo progetto c’è anche la sciatrice più vincente di tutti i tempi: Mikaela Shiffrin.
Nel frattempo, Lewis ha continuato ad alimentare il suo fuoco da agonista, abbracciando un nuovo tipo di competizione: Adamello Ultra Trail 170 km sarà infatti la sua settima gara da 100 miglia. “Perché questa gara? Cercavo una sfida con paesaggi mozzafiato e grande difficoltà: mi sono imbattuto online nei video di Adamello Ultra Trail ed eccomi qui, pronto a tornare in Italia insieme a mia moglie, che sarà il mio supporto durante la gara. Per di più, non è lontano da Bormio, dove ho vissuto una pagina importante della mia carriera e della mia vita: sarà una grande emozione”.
Per i due si prospetta un viaggio di quasi 9000 km, dallo Utah dove oggi risiedono fino alla partenza di Vezza d’Oglio e alle Alpi Italiane: due settimane per rivedere i luoghi dell’impresa di Bormio, ma anche per conoscere le montagne dell’Alta Valle Camonica e Alta Val di Sole: “Arriveremo una decina di giorni prima della gara per avere tempo di studiare il percorso, ma anche per goderci un territorio ricco di proposte sportive, naturali e storiche”.
Secondo Lewis, proprio l’aspetto storico è una delle maggiori differenze tra le gare americane e quelle europee: “Il tifo lungo il percorso, la passione dei volontari, i ristori e il supporto a tutte le ore anche nei luoghi più sperduti: questi sono aspetti che da noi negli Stati Uniti non sono così accentuati. Qui mi sembra che il trail running abbia un’accezione più culturale, più legata al territorio e alla storia. Specialmente ad Adamello Ultra Trail, dove il percorso attraversa le zone della Prima Guerra Mondiale!”.
La corsa però non è sempre stata una passione per “Doug”, anzi: “Quando sciavo odiavo correre – ha commentato ridendo - ora non smetto più e mi piacerebbe diventasse sport olimpico: una bella 100 km potrebbe regalare tante emozioni... Del trail running mi affascinano la possibilità di stare fianco a fianco con runner di tutto il mondo e l’aspetto mentale: so che sarà una sfida lunga con diversi momenti in cui la mia forza di volontà verrà messa alla prova, ma so anche che sono abbastanza forte da diventare finisher. L’obiettivo? Ho un’indole molto competitiva e parto sempre per vincere, ma a 60 anni sono anche realista e dico una top 20, tra le 31 e le 36 ore”.